Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria

Storia dell’edificio religioso messinese dedicato al culto

La chiesa, dedicata alla Santa Vergine e Martire di Alessandria d’Egitto è stata edificata nel 1926 – 29 su progetto di Cesare Bazzani (Accademico d’Italia) e aperta al culto il 12 marzo del 1932. Ma era certo un antichissimo luogo di culto dal momento che in epoca romana vi si trovava il tempio di Venere. A partire dal 1330 la storia di questa chiesa si lega a quella del Monastero di Santa Maria Valverde, situato nella contrada detta “Carrai” o Carrara” oltre le mura della città, fatto costruire verso il 1255 da una non ben identificata regina di Cipro, come si desume da una bolla di papa Alessandro IV.

Secondo un’antica tradizione il monastero fu fondato da Piacenza, figlia di Boemondo principe di Antiochia. Per due volte è trasferito sempre più vicino, dentro le mura nella contrada del Paraporto. Il 12 maggio 1330, per concessione del vescovo Guidotto de Habbiatis, la Chiesa di Santa Caterina viene annessa al monastero agostiniano di Santa Maria Valverde (Gallo). Le monache vivevano sotto la regola di Sant’Agostino e ciò, secondo il Samperi spiega anche il termine Valverde che si richiamava alla località della Brabanzia dove gli agostiniani avevano il loro centro più importante, dopo la cacciata dall’Africa successiva all’invasione dei Vandali. Nei pressi della Chiesa di S. Caterina, nel XVI secolo fu collocata una fonte, detta di “Giovane con anfora”, attribuita a Rinaldo Bonanno (1545-1600). L’opera attualmente si trova al museo ed è stata, recentemente, sottoposta ad un intervento di restauro. In seguito al terremoto del 1693 il monastero divenne inagibile. Cedettero in particolare le strutture del vecchio tempio di Venere, sui cui ruderi era sorto. Le suore lo fecero abbattere e su quella stessa area edificarono un nuovo monastero con bella chiesa dedicata a S. Caterina d’Alessandria, a navata unica con abside semicircolare. Una lapide collocata nella chiesa ricostruita così diceva: Questo tempio già sacro a Venere e riconsacrato a Santa Caterina Vergine e Martire, è stato ricostruito di sana pianta in questa più spendida forma l’anno 1705. L’interno fu decorato con marmi policromi a commesso.

La chiesa ricca di importanti opere d’arte, presentava una fitta decorazione della volta con la comparsa della Santa Vergine Caterina alla reggia; un sobrio altare maggiore dal consueto disegno tardosettecentesco, circondato dai riquadri affrescati da Paolo Filocamo, il quadro dell’altare raffigurava Maria Valverde con a sinistra S. Agostino ed a destra San Giambattista; pareti con affreschi realizzati dai fratelli Filocamo nel 1729, scene del Vecchio e del Nuovo Testamento e della vita della Santa. Nella tribuna a lato dell’altare maggiore sulla destra, la Natività, a sinistra la Deposizione del Cristo; nelle altre pareti il matrimonio mistico di S. Caterina. pieno Settecento”.

Seriamente danneggiato dal successivo terremoto del 1783 ed in seguito ricostruito, fu gravemente scosso dal sisma del 1908. Crollarono il tetto e parte dei muri laterali. Interamente abbattuto per consentire la nuova ripartizione topografica urbana, l’attuale complesso chiesistico, ricostruito per volontà del nuovo Arcivescovo mons. Angelo Paino dalla ditta Giacomo Martelli su progetto dell’architetto Bazzani, venne aperto la culto il 12 marzo 1932. La sua erezione canonica risale però all’8 dicembre 1944 ed il riconoscimento giuridico da parte dello Stato al 22 dicembre 1945. Il 6 dicembre 1964, rettificando l’erronea precedente denominazione popolare, la chiesa fu definitivamente consacrata a Santa Caterina d’Alessandria, Vergine e Martire. Il toponimo Valverde, invece, che ricorda l’antico monastero, rimase alla piazza antistante. In seguito all’ultimo concordato tra lo Stato italiano e il Vaticano, la chiesa ebbe confermato il riconoscimento giuridico con D.M. 19 gennaio 1987.